Ehi, tu!

Ehi tu! Sì, dico a te mostriciattola: ma si fa così?!?
Come ti permetti di compiere ben CINQUE anni, tu, che l’altro ieri ti partorivo dopo ore e ore di invocazioni, santi, madonne, angeli e demoni!
Come puoi crescermi tra le dita all’improvviso, quasi volessi superare la barriera del suono o galleggiare dentro il blu di una galassia a me totalmente ignota, nella quale la mia stessa percezione di spazio, giorni, mesi e anni viene annullata per far posto alla tua fretta di trasformarti, sotto i miei occhi attoniti, in una donnina.
Come puoi, Elettra, mutare forma e mente senza che io ne possa nemmeno lontanamente prevedere conseguenze ed effetti su di me, su te; come fai a evolvere sotto il mio naso minuto dopo minuto fino a raggiungere, superandoli, traguardi che solo un istante prima avrei detto impossibili per te.

Quante domande avrei da farti, piccola mia, mentre tu cresci; quante paure dissipi in un lampo con i tuoi sorrisi; quante sorprese mi riservi a ogni tuo risveglio la mattina; quanti nodi di dubbio sciogli, con quelle tue manine piccole che hanno dita d’artista e cuore in mano cucciolo, ricolmo di emozioni.

Esistono momenti, sai, in cui vorrei cristallizzartelo addosso tutto questo tempo che ci scorre intorno privandomi di te che ancora alle mie braccia sei bambina.
Fermati, vorrei dirti, fermati adesso che le cose intorno hanno il colore di ogni meraviglia, fermati dentro il suono di una erre pronunciata male, sui tuoi disegni sghembi e le canzoni piene di versi recitati all’incontrario; fermati dentro alle nostre coccole al mattino, al pollicino confortevole che ti fa da ciuccio, ai tuoi capricci del tutto irrazionali che smonterebbero la placidità perfino del migliore degli asceti.
Fermati dentro i no che mi costringi a dirti, dentro i nostri litigi mamma contro figlia e figlia contro mamma, in quei piccoli grandi ricatti morali che mi fai quando, furbastra, vuoi da me qualcosa e sai che non mi piace; fermati nelle intemperanze e negli scatti che ti rendono broncio da baciare, nei tuoi “mamma, io parlo tanto perché ho la testa piena di parole”, “mamma, sai, ho tutte le emozioni mescolate insieme”. Fermati a quei quintali di peluche che non ti sono mai, mai abbastanza, alle intoccabili collezioni da signorina precisetti in erba, ai mille travestimenti tirati fuori dall’armadio e consumati nel giro di un secondo; fermati a ciò che più luccica più è interessante, alle tue adorate principesse, ai dvd guardati centinaia di volte fino a conoscerne a memoria ogni singolo fotogramma, con buona pace del mio strazio e di me, che amavo Disney e ora invece lo citerei per irreparabili danni psicologici perpetrati nei confronti di noi povere madri vittime dei suoi lungometraggi; fermati ai cuori, fiori, farfalle, stelle sparsi un po’ per tutta casa, al rosa che detesto e che tu adori, a tutte le nostre tradizioni dalle quali non tolleri prescindere.
Fermati, vorrei urlarti ieri, oggi, domani, sempre.

Ti prego, bimba, fermati.

Poi però guardo gli occhi che hai, profondi come un bosco ricolmo d’incanto, e vedo tra le tue labbra nascere parole in una lingua in cui mi riconosco; ti contemplo come si contemplano i misteri o forse no: più come quell’albero che ci sembrava finito e invece ha preso a vomitare foglioline verdi, a riprova che la forza è quel che viene da dentro e tu, tesoro mio, di forza, curiosità, voglia di scoprire il mondo ne hai per tutti, anche per chi, come me, cerca di accompagnarti tenendoti stretta al fianco tentando, con disperata metodicità, successi e fallimenti, di aiutarti a divenire esperienza; ti osservo e lo imparo con te, da te, cosa significa divenire rappresentazione di bellezza.

E dunque ormai lo so, e a fatica lo accetto ancora, non cesserai l’andare che ti è naturale e che contraddistingue chi, caparbio, vuole divenire persona adulta e consapevole nel modo che fin da subito ha scelto affinché tutto ciò accada.
Tu che sei tu, e a cinque anni già sai di orgoglio e decisione, di pane, burro, sensibilità incartati dentro un involucro più che diafano, riccioli e gambe secche secche come gli steli di quelle piantine che hai messo dentro la terra, annaffiandole con cura, e ci regalano fiori arancio conditi della tua magia.

Quanto ti amo, mia piccola stronza dal carattere immensamente dolce eppure immensamente difficile (chissà da chi lo hai preso, poi, tutto questo complesso schizzare attraverso femminei, mutevoli umori, eh, chissà…); quanto ti amerò sempre e per sempre, andata e ritorno da ogni vita che mi sara dato vivere: che, poi, io nemmeno riesco a immaginarla un’altra vita, se non è con te.

Auguri, immenso Amore, unico, grande, ineguagliabile Amore mio.

Buon compleanno. Andiamo alla tua festa – “MAMMA,  LA VOGLIO A TEMA THE LION GUARD, CON I GIOCHI A TEMA THE LION GUARD, LA TORTA A TEMA THE LION GUARD, I TRUCCHI A TEMA THE LION GUARD, GLI ADDOBBI A TEMA THE LION GUARD! MI RACCOMANDO!” – e che il cerchio della vita sia sempre con te.

Heyvi kabisa

La tua mamma.

7 pensieri su “Ehi, tu!

  1. E’ che le sue parole sono già strumento, percussioni di si e di no, ma mai di quel qualunque che dissacra…
    E’ che, da ancor prima di nascere cambia la vita ed ogni giorno regala meraviglia e stress da timore di inadeguatezza…
    E’ che l’amore vero è così, e guadagno e spesa, risposta unica a milioni di domande ❤
    Auguri Elettra! 😉

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